martedì 18 giugno 2013

LEZIONI D'AMORE 4 -Parliamo di cose serie (e di quando si viene lasciati)

Undici giorni fa lui mi ha lasciata. Per la seconda volta. Il giorno successivo ho ricevuto la notizia che un mio amico si è tolto la vita; si chiamava Luigi.
   I due fatti tra loro non hanno alcun collegamento e sono incomparabili per gravità e natura, tuttavia mi sono ritrovata a rifletterci su.
   Luigi ha lasciato parenti e amici sgomenti, perché nessun segnale di disagio era trapelato all'esterno nelle settimane precedenti e la situazione lavorativa e familiare era comune a quella di tanti altri della sua generazione (37 anni).
  Su due cose si è appuntata l'attenzione dei suoi cari: la frustrazione di un progetto a lungo perseguito e un grande cambiamento nella vita sentimentale. Per la seconda volta Luigi non aveva superato le prove scritte del concorso per il quale si preparava da tempo e, dopo più di dieci anni, aveva lasciato la sua fidanzata storica. Da qualche mese aveva, poi, iniziato una nuova relazione con una ragazza; di questa nuova relazione era poco convinto, aveva, infatti, confidato a qualche amico che aveva intenzione di troncare la frequentazione.
  Superato lo schock e il dolore iniziale, ho pensato alla sua ex fidanzata, una giovane donna che ho definito, in modo spontaneo, vedova. A rigor di legge può essere definita siffattamente soltanto il coniuge del de cuius, ma mi riesce difficile pensare che non sia da considerare tale anche chi abbia trascorso la maggior parte della sua vita sentimentale da adulta in comunione con un uomo (avevano convissuto per anni). (*)
  Non voglio neanche ad immaginare l'enorme dolore e il profondo senso di perdita che dovrà affrontare, unito al rammarico di non averlo amato abbastanza dal non capirne la sofferenza; anche perché le donne sono le campionesse dei sensi di colpa e inclini a caricare su se stesse il peso del mondo e le responsabilità altrui. Quando c'è un sentimento profondo, autentico, solido, non si smette di volere (il) bene (dell') all'altro, solo perché non si è più insieme. Non è da escludersi che la separazione tra loro fosse temporanea, forse si sarebbero reincontrati dopo questa parentesi o forse no, ormai è impossibile saperlo.

Invece veniamo a me.
  Anche io sono un po' in lutto: è scomparso il "noi" in cui ho creduto, parte dei desideri che ho cullato, i "ricordi" del futuro che ho immaginato, cioè i luoghi che avrei voluto visitare e le cose che avrei voluto fare con lui. Come nella favola di Andersen della regina delle nevi, una scheggia è penetrata nel petto e una morsa di freddo ha avvolto il mio cuore.
 Ciò nonostante sono serena e resto convinta di tutte le scelte che mi hanno portato dove sono adesso. La sofferenza fa parte dell'amore, così come la morte della vita; entrambe ci insegnano che bisogna lottare per ciò che è veramente importante, spendendoci completamente, nonostante il dolore e la fatica.
  Essere lasciati, non essere amati sono solo incidenti di percorso, la vera tragedia è non sapere amare, nascondersi nel rifugio apparentemente sicuro e accogliente del proprio egoismo e delle proprie paure.

A me stessa e a tutti coloro che si trovano in una situazione simile alla mia voglio ricordare una regola d'esperienza che tendiamo a dimenticare: passerà, passerà prima di quanto possiate immaginare e l'universo lascerà che il cuore si espanda e diventi più grande, una volta assorbita la botta. (**) Tornerà l'amore, con il suo carico di ansie, affanni e tutto il resto, ma soprattutto gioia, gioia, gioia! Quello è il vero termometro. Si può soffrire per amore, si può litigare (e tutto questo è normale), ma se fondamentalmente con l'altro/a non siete più felici che se foste da soli, quella relazione è sbagliata, bisogna elaborare la perdita e andare avanti.
  Ciò che desideriamo è al di là delle nostre paure, ma lo raggiungeremo soltanto se non ci blocchiamo, se ci rialziamo dopo le cadute, se siamo onesti quando sbagliamo, se abbiamo rispetto in primis di noi stessi e, comunque, sempre degli altri, se siamo corretti e gentili anche quando sembra che non ne valga la pena, se accettiamo di farci attraversare dal dolore per poterlo realmente superare, se ci riconciliamo con i nostri sbagli, ma, soprattutto, se impariamo a perdonare, perché il rancore, l'odio, la voglia di rivalersi per quanto patito sono una zavorra per l'anima.
  La persona giusta è un premio, non un regalo. Quando le forze dell'universo sembrano cospirare contro di noi non lo fanno per dissuaderci dal nostro obiettivo, ma per renderci consapevoli della sua importanza.(***)

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* Questa è una mia ferma convinzione: sin da quando ero ragazzina ho pensato che questo valesse anche per le coppie dello stesso sesso, tuttavia preferisco non addentrarmi in questo tema, che presuppone considerazioni ampie e articolate, sicché richiederebbero una trattazione in separata sede.
** Citazione trattadal film PrtnerPerfetto.com di Gary David Goldberg, con John Cusack e Diane Lane.
*** Citazione di Massimo Gramellini

George Gray (da Antologia di Spoon River-Edgar Lee Master)

Bari (particolare del lungomare sud)
I have studied many times  
Molte volte ho studiato
The marble which was chiseled for me
la lapide che hanno scolpito per me                
A boat with a furled sail at rest in a harbor. 
Una barca con vele ammainate in un porto.  
In truth it pictures not my destination
In realtà non è questa la mia destinazione,
But my life.
ma la mia vita.
For love was offered me and I shrank from its
disillusionment;
Perché l'amore mi si offrì ed io mi ritrassi
dal suo inganno;
Sorrow knoched at my door, but I was afraid;
il dolore bussò alla mia porta, ed io ebbi paura;
Ambition called to me, but I dreaded the chances.
l'ambizione mi chiamò ed io temetti gli imprevisti. 
Yet all the while I hungered for 
Malgrado tutto avevo fame di un
Meaning in my life.
Significato nella vita.

And now I Know that we must lift the sail
E adesso so che bisogna alzare le vele

And catch the wind of destiny,
E prendere i venti del destino,

Wherever they drive the boat.
dovunque spingano la barca.
To put meaning in one's life may end in madness,
Dare un senso alla vita può condurre alla follia,

But life without  meaning is the torture
ma una vita senza senso è la tortura
Or restlessness and vague desire
O l'inquietudine e il vano desiderio.
It is a boat longing fo the sea

È una barca che anela il mare 
and yet
Eppure 
Afraid
Lo teme.

Ho incorniciato questa poesia e l'ho messa in bella vista nel mio studio anni fa, perché mi indicasse la rotta. Ogni volta che paure o dubbi mi assalgono la rileggo e mi domando: sto vivendo la mia vita pienamente? Sono libera nel mio agire o il mio egoismo, meschinità varie, altre persone stanno condizionando le mie scelte decidono in vece mia? Sto lavorando per diventare la persona che desidero essere? Se fossi io George Gray sarei fiera di me stessa e di come conduco i miei giorni?
  Sembra una prospettiva lugubre, ma è un ottimo esercizio se si vuole essere sicuri di vivere e non puramente di trascorrere del tempo, spettatori distratti ed estranei di noi stessi e delle nostre esperienze. 
  È faticoso, però. Altro che se lo è!