martedì 2 luglio 2013

Togliti di dosso (dai miei pensieri)

Oggi si sta d'addio (Santa Dubito utente twitter @FeniceArde)
Una mia amica è stata lasciata dal suo ragazzo circa due settimane fa: era in pieno delirio. Vent'anni, bellissima, non faceva altro che ripetere frasi sconclusionate in modalità loop. Mi faceva tenerezza perché la vedevo totalmente disarmata rispetto ad un dolore che l'ha trovata impreparata.
  Dall'alto dell'esperienza delle mie delusioni ho fatto del mio meglio per aiutarla, ma tutto era inutile; chi è in quello stato non ascolta nulla ed ha bisogno solo di una cosa, che l'amato torni.
  Sapevo come sarebbe andata a finire, tuttavia avevo paura di sbilanciarmi troppo e poi di poterla illudere. Invece le cose sono andate come avevo previsto ed ora è tutto rientrato, sicché sono veramente felice per lei.
  Allora mi sono ritrovata a pensare come gli adulti affrontano l'abbandono.
  Da un certo punto di vista si sa meglio fronteggiare la tempesta: un adulto possiede (o almeno dovrebbe) le risorse per alzarsi il giorno dopo e portare a compimento tutti i suoi impegni, tenersi la tristezza per sé, senza ammorbare il prossimo, e sapere quali meccanismi di difesa attivare. D'altro canto, è pur vero che, conoscendo le tappe che si devono affrontare, al dolore da sopportare si unisce la consapevolezza del tempo che si sarà costretti a trascorrere in quello stato e questo... questo spaventa.
  Comunque, anche coloro che meglio sanno dissimulare la tristezza e non sono inclini al melodramma devono combattere contro l'identico, insidiosissimo nemico, il dolore, che ti ostacola nello svolgimento dei compiti quotidiani "un  po' come quando ti si apre un fastidiosissimo pop davanti, tu cerchi di chiuderlo e quello si mette a tutto schermo. (*)
  Dunque che fare? A parte i suggerimenti che i libri sull'argomento propinano in abbondanza (gli stessi che un buon amico vi elargisce gratis) bisogna sempre ricordarsi che non bisogna rimpiangere chi ci ha lasciati, per il banalissimo motivo che se ci hanno lasciato non sono le persone giuste per noi e, quindi, di certe mancanze possiamo e dobbiamo cominciare a farne a meno. 
  Per quanto riguarda me, non so se per il fatto che abbia superato i 20 anni o che, dopo la prima volta, ci si stanca un po' prima (anche) di stare male, constato, però, che un tempo mi disperavo con maggior partecipazione (**); ecco, uno dei vantaggi di essere adulti.

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*     utente tweetter Quello che non vedi @Nonvedi
**   utente tweetter Oh, beh @elo_pix

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