domenica 26 gennaio 2014

Officiare la liturgia dell'addio.

Von einem gewissen Punkt gibt es keine Rückkehr mehr. Dieser Punkt ist zu erreichen."
Da un certo punto in là non c'è più ritorno. Questo è il punto da raggiungere. 
Franz Kafka

Dovremmo imparare a perdonare noi stessi come facciamo con le persone che non se lo meritano. 
utente twitter @istintomaximo
Nei ripostigli delle mie malinconie...
Lo sanno bene gli psicologi, le liturgie segnano i momenti topici della vita e, attraverso la rete della collettività, aiutano a metabolizzare cambiamenti rilevanti dell'esistenza. Sicché è giusto trovare il modo di confrontarsi con serenità con il partner, dopo che è trascorso un periodo di tempo congruo, variabile a seconda dei casi.
   Quando i precedenti step sono stati superati (in particolare quelli della rabbia e delle recriminazioni), sarebbe opportuno incontrare l'altro in un luogo neutro, preferibilmente in un locale pubblico, affinché i freni inibitori siano rafforzati nella loro funzione contenitiva.
   In tale occasione non ci si dice né si apprende alcunché di nuovo, però è una necessità ineludibile quella che spinge a dirsi addio di persona.

Per vero, ciò che è importante è perdonarsi e perdonare l'altro: suona buonista, ma si tratta di qualcosa di diverso. Una latente forma di rancore continua a tenere vivo un legame assolutamente tossico e fa male più a voi che al/alla vostro/a ex.
   Dovete riconciliarvi con l'idea che ciò che è stato è stato; non ha più senso stabilire chi ha fatto cosa o che cosa si sarebbe potuto fare diversamente. È così punto.

Vi assicuro che soltanto attraverso questo ulteriore gesto d'amore (in primis verso voi stessi) cesserà quella morsa interiore che vi opprime di continuo, perché tiene l'anima in prigione, impendendole di respirare.

Infine, mi preme aggiungere che questo passaggio è consigliato anche a coloro che non avessero in concreto la possibilità di affrontare de visu il/la partner, quando circostanze esterne (come la lontananza) o motivazioni pregnanti (quando ad es. la rottura è stata irrimediabilmente violenta) lo precludano.
   Suggerisco di guardare i video qui di seguito linkati, sono pezzi di una puntata di una telenovela colombiana; ammetto che il riferimento sembrerà poco consono ai più, ma spiega bene come sia imprescindibile officiare la liturgia dell'addio, fosse pure in contumacia, perché come scrive Massimo Bisotti:

I veri addii scattano nella mente, sono silenziosi. Sono i più veri, i più pericolosi. Sono quelli che tieni per te. E puoi anche continuare a sentirla una persona. Non ti avrà più se l'hai salutata dentro.
.............................................. 

Betty la fea il momento del perdono di Armando (Parte 1) (Parte 2, minuto 9)

giovedì 23 gennaio 2014

Nascondere il dolore

Ogni "non fa niente" pronunciato alzando le spalle e abbassando la testa, era l’inizio di una qualche guerra interna e solitaria che combattevo da sola e perdevo sempre.
— iosovivere, on Tumblr.
La ceramica si rompe, fa subito mostra dei suoi cocci rotti. Il legno no, finché può nasconde, si lascia traforare ma non confessa.
Io sono di legno.”

— Giulia Carcasi, “Io sono di legno”

In ogni persona che tace c'è un silenzio che sbrana
- SoGiacominaQualcosa (utente twitter @Kikkamia)

Dopo essersi in parte sfogato in mille modi, il dolore diventa intimo, un vis à vis.
  Agli altri dite di stare bene, perché davvero non ne potete più di essere guardati con un misto di preoccupazione e commiserazione, soprattutto, è subentrato in voi stessi il tedio di sentirvi raccontare la storia, tanto oramai non fa nessuna differenza. Almeno questo è chiaro.

martedì 21 gennaio 2014

Il peggio è passato.

Aspetto treni che non torneranno mai più. E li aspetto sul binario sbagliato, per essere certo che l'illusione possa durare per sempre.
Alberto Sorge (utente twitter @albertosorge)

Non sono neanche più arrabbiato o triste. Come quando ti si rompe l'ombrello e cammini a passi lenti sotto la pioggia.
Istinto maximoook (utente twitter @istintomaximo)

Conosco un altro modo per morire è non crederci più.
- Anonimo
"Living in the rain"(Steve HANKS)
A prendermi.

sabato 18 gennaio 2014

L'accettazione.

Scegli pure la domanda, NO è la risposta.
Knavish (utente twitter @ohhhesssss)

Quello che deve rimanere rimane. 
Quello che si deve perdere si perde.
Haruki Murakami

OUT OF REACH - FUORI DALLA PORTATA (Irraggiungibile)(Gabrielle)

Knew the signs                        Conoscevo i segnali
Wasn't right                              Avevo torto
I was stupid for a while            Sono stata sciocca per un po'
Swept away by you                  Allontanata da te (in malo modo)
And now I feel like a fool         E ora mi sento una stupida
So confused,                           Così confusa
My heart's bruised                   Con il cuore ammaccato
Was I ever loved by you?         Mi hai mai amata?

 

RIT.
Out of reach, so far                  Fuori dalla portata, così lontano
I never had your heart             Non ho mai avuto il tuo cuore
Out of reach                            Irraggiungibile
Couldn't see                             Non riuscivo a comprendere
We were never                        Non eravamo fatti per stare insieme
Meant to be                            (Non era destino che stessimo insieme)

 

Catch myself                            Salvo me stessa
From despair                            dalla disperazione
I could drown                           Potrei affogare
If I stay here                             se rimanessi qui
Keeping busy everyday            Mi mantengo occupata ogni giorno
I know I will be OK                    So che starò bene
   
But I was                                  Ma io ero
 

So confused,                             Così confusa
My heart's bruised                     Con il cuore ammaccato
Was I ever loved by you?           Mi hai mai amata?

 

RIT.

So much hurt                            Tanto dolore
So much pain                            Tanta sofferenza
Takes a while                            richiedono un po' di tempo
To regain                                  affinché si possa guarire
What is lost inside                    da quello che si è spezzato dentro di 

                                                noi
And I hope that in time            Ed io spero che con il trascorrere del 

                                                tempo
You'll be out of my mind           Tu sarai fuori dalla mia testa 

                                                (non sia più tra i miei pensieri)
And I'll be over you
                    Ed io vada oltre (prescinda da te)
But now I'm                              Ma per ora sono


So confused,                              Così confusa
My heart's bruised                      Con il cuore ammaccato
Was I ever loved by you?            Mi hai mai amata?


RIT.
Out of reach                               Irraggiungibile
So far                                         Così distante
You never gave your heart         Non ai mai dato il tuo cuore
                                                 (Non ti sei mai dato)

In my reach, I can see                Alla mia portata (Ragionandoci su), 
                                                 mi rendo conto che
There's a life out there              c'è una vita lì fuori
For me                                     per me (che mi aspetta).

giovedì 16 gennaio 2014

Come stai? Così.

Colo a picco che er Titanic pare 'na boa.
Sinestesia locale (utente twitter @Sinestesialocale)


È questo il momento autistico, lo so, è una definizione molto forte. Tuttavia, come definire altrimenti quella situazione di incomunicabilità con il mondo esterno, compresi i vostri cari, la monomania, la faccia da pocker che indossate quando siete obbligati ad interagire con gli altri?
   Appunto.

D'altro canto, essere assenti, distratti nella quotidianità è il minimo, considerando che si convive con la sensazione -quasi fisica- di aver ingoiato una spada.

La buona notizia è che il peggio sta passando.


Conosci quella sensazione? Quando stai solo aspettando di tornare a casa, in camera tua, chiudere la porta, buttarti sul letto. Soltanto lasciarti fuori tutto quello che hai tenuto per tutto il giorno. Quella sensazione di disperazione.
   
Sei stanco. Stanco di tutto. Stanco di niente.Vuoi solo qualcuno che stia lì e ti dica che va bene.
Ma non ci sarà nessuno. Lo sai che devi essere forte per te stesso, perché nessuno può aggiustarti.
Ma sei stanco, stanco di essere forte. 

Per una volta vorresti solo che fosse facile. Vuoi che sia semplice. 
Essere aiutato. Essere salvato.
Ma sai che non succederà.

Ma stai ancora aspettando, ancora desiderando.

E stai tenendo duro, e stai combattendo con le lacrime negli occhi.


Stai combattendo.


- Anonimo

martedì 14 gennaio 2014

L'attesa.

La speranza non teme le basse temperature, appassisce solo se ogni tanto non la si annaffia con un po' di concretezza.
ComePrincipe (Utente twitter @Comeprincipe)

È che la speranza, dopo un po', andrebbe chiamata agonia.
Utente twitter @_comenondetto



Abbiamo esaminato nei post precedenti il tema dell'attesa dell'amato, il lungo, lungo intervallo di tempo in cui siamo prigionieri delle nostre speranze.

  È il momento questo in cui "percepiamo" che il partner (ormai ex) condivide i nostri sentimenti, li corrisponde in toto, ma per un qualche motivo -e noi siamo in grado di ipotizzarne a decine- non se ne è accorto o non vuole o può confessarlo.

   Tale sensazione è frutto di una nostra proiezione fallace e, per altro, confutata più e più volte dai fatti e dalla obiettività delle circostanze.
   Questo non cambia niente (per noi!). Ci ostiniamo a sottovalutare la completezza del "NO" ed enfatizziamo qualunque dettaglio sembri aprire uno spiraglio.
   Ovviamente, tranne che in casi eccezionali quanto le probabilità di vincere il superenalotto giocando una colonna semplice, ci stiamo sbagliando: è come appare; appare ciò che è.
   Però non siamo ancora pronti ad abbandonare la nostra gabbia, nonostante la porta sia spalancata.

venerdì 10 gennaio 2014

Crederci, a dispetto dell'evidenza.

La fede comprende anche l'assenza, il silenzio, lo sconcerto.
Cardinale Gianfranco Ravasi (utente twitter @CardRavasi)

Mica ci credo.
Io lo so.
Questo è il dramma.
(Oh, beh) (utente twitter @elo_pix)



Luca pensa: è questa fiducia insensata che odio, questa specie di convinzione per cui tutto questo amore, tutta questa energia che porto dentro non può andare buttata via. Qualcuno, da qualche parte, quando ero piccolo, deve avermi detto che quando si è così amati non si può non amare, che non vi è ostacolo al passo dell'amore, e quel che amore vuole, amore osa. Ed io lo so adesso, lo so bene, che questa è la più grande cazzata del mondo, eppure non riesco a mollare, non riesco a mollarti, non riesco a non pensarti. Ogni ora che passa è sempre un po' peggio. Dovrei avere il coraggio di prendere tutti i nostri giorni e buttarli via, senza pensare più. Non si tengono i ricordi di un delitto.

Tratto da "Cronaca di un disamore" di Ivan Cotroneo.