sabato 12 ottobre 2013

L'ABBANDONO. Quando arriva il colpo.

...pensavo che l'amore fosse eterno: e avevo torto.

Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte;
imballate la luna, smontate pure il sole;
svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
perché ormai più nulla può giovare.

Wyston Hugh AUDEN (trad. Gilberto Forte)
Dipinto "Never morning wore to evening but some heart did break" di Walter LANGLEY (1894)
Pur nella sua sobrietà, compostezza, luce, gamma di colori chiari è incredibile come questo dipinto sappia essere maleducato. Chi lo osserva sente l'imbarazzo dell'estraneo che si trova, involontariamente, ad assistere ad un momento di grande intimità, qualcosa che appartiene alla privacy di una persona: il dolore, la sofferenza, momenti di massima nudità dell'anima.
  Ci sembra quasi di ascoltare i singhiozzi della giovane, mentre tutto intorno è tranquillo, al solito. Quando il cielo ci è appena caduto sulla testa, vorremmo che il creato ci usasse la delicatezza di partecipare al nostro stato d'animo con un po' di cattivo tempo, una personale quaresima; invece no. Sicché fa quasi male l'indifferenza di questo cielo sereno, di questo mare piatto ed una temperatura che possiamo immaginare mite!

Il titolo del dipinto è la citazione di un lungo poema "In memoriam" dello scrittore Lord Alfred Tennyson (1809-1892), un classico della letteratura inglese, di cui non mi risultano traduzioni in italiano in rete; in questi memorabili versi è sublimata la sofferenza dell'innamorato che ha perso il suo amato. Specificamente nella frase completa da cui sono state estrapolate le parole che costituiscono il titolo del dipinto, l'autore si lamenta per i commenti di coloro che cercano di consolarlo, i quali non fanno altro che inasprire la sua pena, poiché, in qualche modo, sminuiscono il suo lutto e, di conseguenza, il suo amore. Nei versi successivi Tennyson inveisce contro coloro che gli ripetono che è "qualcosa di ordinario, comune, un'esperienza da cui tutti passano...". Egli replica a costoro che, se è vero che ci passano tutti, è ancora più difficile da capire; in ogni caso il fatto che sia un'esperienza comune non diminuisce il dolore e non la rende meno importante e significante (*).
  Purtroppo questo non è neanche il momento peggiore per chi, improvvisamente, perde colui che ama, infatti la sorpresa e le forti emozioni creano una specie di ottundimento dei sensi e della mente; in una certa misura, si crea una specie di schermo tra il sé e la fonte del dolore. Quando poi passa la prima impressione e si acquista l'esatta cognizione del dolore, ci si trova faccia a faccia con il nemico. Ma questo merita un post a parte.

(continua)
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* Uso di proposito il termine significante, al posto dell'aggettivo significativo. Significante è tutto ciò che fonda il senso, non rimanda ad un altro elemento concettualmente distinto, è l'ubi consistam.

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