martedì 7 gennaio 2014

Il momento dell'umiliazione.


 A mali estremi, estremi "rimani".
Cecily  (utente twitter @CeciliaSeppia)  

Dovrebbero togliermi il cellulare dalla mezzanotte in poi. Perché a quell'ora iniziano a farsi sentire tutte le mancanza. E i messaggi che si inviano da quell'ora in poi sono troppo veri, troppo dolorosi per essere inviati.
Finisce che me ne pento. E che non dormo più
 — Francesco Roversi

Mi hai detto di lasciarti stare. Scusa, non mi assento tanto bene.
DavideR (utente twitter @xdaver)
Il momento in cui si fa "l''ultimo tentativo", pur sapendo che è una causa persa. Fossimo in un film sarebbero le scene più romantiche, quelle che emozionano e ti fanno cercare in borsa i fazzolettini di carta.
Nella vita reale queste scene fanno schifo, perché chi non ama è un po' infastidito e chi sta elemosinando attenzione si sente umiliato e ferito.
Indispensabile la vicinanza di un amico o di una persona cara che ci impedisca almeno di renderci irrimediabilmente patetici. Non è un compito facile, perché anche una persona dotata di buona volontà non può sorvegliarvi di continuo. In genere dopo che costui/costei avrà tentato di tutto per convincervi di una certa cosa, voi vi mostrerete persuasi e sereni e, soltanto a distanza di poche ore, commetterete esattamente la sciocchezza che avreste dovuto evitare.
Ci sta. Va bene anche questo, se serve a raggiungere il punto più basso da cui cominciare a risalire la china.
Come una barca incagliata in una secca inizia a muoversi impercettibilmente con l'alzarsi della marea, così ricomincia a procedere il corso delle vostre vite; dopo che per un periodo di tempo indefinito (che a voi è sembrato intollerabilmente lungo) siete rimasti come criogenizzati nel giorno della marmotta.

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